In quali Paesi è proibita la sigaretta elettronica
  1. In quali Paesi è proibita la sigaretta elettronica
  2. Europa
  3. Asia
  4. Africa
  5. America
  6. Oceania
 

In quali Paesi è proibita la sigaretta elettronica

Lo svapo è un’invenzione relativamente recente, che fin dalla sua introduzione sul mercato ha conquistato moltissimi fumatori di sigarette tradizionali. In Italia, i benefici della e-cig sulla salute e sul portafoglio sono ormai noti a tutti, e ogni giorno la ricerca scientifica, le analisi di mercato e i servizi dei media e dell’informazione lo dimostrano.

Tuttavia, ciò non vale per tutto il mondo. In certi luoghi, la sigaretta elettronica non è vista di buon occhio, per i più vari motivi e pregiudizi della popolazione o dei governanti. Ci sono Stati in cui la tassazione è elevatissima o i liquidi contenenti nicotina in base sono vietati, altri in cui la vendita stessa della sigaretta elettronica è proibita per via dei (presunti) danni che arrecherebbe, e perfino alcuni in cui il possesso o l’utilizzo di una e-cig è passibile di sanzioni di vario genere.

Allora, lo svapatore che si metta in viaggio dovrebbe conoscere bene le condizioni legali del Paese in cui vuole recarsi. A seconda delle circostanze, dovrà preoccuparsi magari di munirsi di molti ricambi e liquidi di scorta, a causa di un divieto di vendita, oppure dovrà perfino separarsi per un po’ dalla sua e-cig.

Ma in quali Paesi esistono simili limitazioni? Ecco per ciascun continente l'elenco degli Stati più a rischio per lo svapatore, e alcuni consigli sulle precauzioni da prendere prima di salire in aereo.

Attenzione però: i dati indicati sono il più possibile aggiornati alla data odierna (maggio 2019), ma non è possibile garantire che, anche in breve tempo, le leggi locali di ciascun Paese non cambino. È bene cercare informazioni per conto proprio, e da fonti ufficiali dello Stato in questione, prima di mettersi in viaggio, soprattutto se intendete recarvi in alcune località già note per essere particolarmente ostili allo svapo.
 

Europa

In linea di massima, i vaper possono stare tranquilli quando viaggiano in Europa. Le leggi che regolamentano l’uso e la vendita della sigaretta elettronica sono in gran parte dipendenti da quelle europee.

Tra queste, la normativa più recente è la Direttiva sui prodotti del tabacco (TPD), che non pone limitazioni, in generale, al mondo dello svapo (tranne alcune dettate da motivi di salute, come quella che impone una concentrazione massima di nicotina non superiore a 20 mg per alcune cartucce di ricarica).

Solo in alcuni Paesi (UE o extra-UE) occorre prestare un’attenzione particolare. Tra i nostri vicini, per esempio, l’Austria (oltre ad aver recentemente abolito il divieto di fumo di sigarette tradizionali nei locali pubblici) ha delle leggi piuttosto restrittive sulla vendita delle e-cig, che prevedono il divieto di ogni pubblicità e la limitazione delle vendite e dell’assistenza ai soli negozi specializzati (e non online). Quindi, meglio portare con sé ricambi e liquidi prima di partire.

Una situazione più complessa si trova in Norvegia. Qui l’acquisto e l’uso della e-cig e di ogni prodotto correlato è ammesso soltanto se si ha la possibilità di dimostrare, con un documento redatto in presenza di un medico, che servono a smettere di fumare. Per periodi brevi di permanenza la cosa non dovrebbe creare problemi; se si ha in progetto di rimanere a lungo nel Paese, tuttavia, sarà necessario rivolgersi a un dottore locale per richiedere il permesso, secondo le regole norvegesi.

Infine, a metà tra l’Europa e l’Asia, la Turchia è forse il Paese più problematico dal punto di vista delle norme sullo svapo. Infatti, benché svapare in Turchia non sia illegale, lo è vendere o comprare sigarette elettroniche e liquido. In questo caso, pianificare per bene la propria permanenza è indispensabile, poiché non ci sarà modo di rifornirsi di ricambi o ricariche in loco.
 


Asia

Tra tutti i continenti, quello asiatico è probabilmente il più problematico per gli svapatori, tanto da diventare, in alcuni casi, perfino rischioso.

In Giappone, per esempio, il vaping è permesso, ma non lo sono i liquidi con qualsiasi contenuto di nicotina, che vengono considerati come sostanze medicinali prive di licenza e regolamentazione. Occorre fare attenzione, quindi, a cosa si svapa nella terra del sol levante.

Tra i grandi del continente, la Cina non desta preoccupazioni: oltre ad aver dato i natali alla tecnologia e alla cultura della e-cig, e a produrre tuttora oltre il 90% delle componenti per sigaretta elettronica in tutto il mondo, non ha mai conosciuto limiti posti al vaping.

Diverso è il caso dell’India: pur non essendoci divieti a livello nazionale, alcune regioni (tra cui Kashmir, Punjab e Bihar) hanno proibito il commercio di e-cig. Inoltre, da tempo si discute di estendere le limitazioni anche all’uso, oltre che alla vendita. Quindi, prima di recarsi in India con la propria e-cig è sempre bene verificare le ultime modifiche legislative.

Il vero problema per gli svapatori sono diversi altri Stati, soprattutto i principali del sud-est asiatico, che pare essere la regione che più di tutte osteggia la pratica della sigaretta elettronica. In Vietnam e Cambogia, per esempio, non solo la vendita, ma anche ogni modalità d’uso della sigaretta elettronica sono vietati dal codice penale; lo stesso vale peraltro per il Brunei, che classifica la e-cig come prodotto che imita il tabacco, e come tale illegale.

Ma il primato assoluto di Paese nemico del vaping lo detiene la Thailandia. Lo confermano fonti del Ministero degli Esteri italiano: “In Thailandia è espressamente vietato possedere, vendere, importare ed esportare sigarette elettroniche e loro componenti. Chi viene trovato in possesso di una sigaretta elettronica, compresi gli stranieri che si trovano in Thailandia per ragioni di turismo, è punibile con una multa pari a cinque volte il valore del bene cui può aggiungersi una pena che può arrivare a cinque anni di reclusione”. Quindi, è bene non rischiare, e lasciare a casa la propria e-cig e tutto il relativo materiale prima di partire, a protezione propria e dei propri beni.

Infine, bisogna fare attenzione anche ai tre Paesi dalle dimensioni più ridotte, ossia Taiwan, Hong Kong e Singapore: anche qui l’uso della e-cig è vietato, anche se non sembra esserlo il mero possesso. A Taiwan, inoltre, i liquidi e ogni sostanza contenenti nicotina sono classificati come medicinali, e per possederne occorre un permesso particolare, secondo le disposizioni del ministero della salute.
 

Africa

Anche la legislazione africana non si è sempre dimostrata progressista in merito allo svapo, e talvolta presenta dei veri buchi a riguardo. Così in Marocco, dove la situazione legale ancora non è chiara, o in Egitto, complice la complessa situazione della politica e della società locali, ma anche in Tunisia, dove la e-cig è sottoposta a monopolio nazionale e sono stati riportati casi di sequestro di e-cig o contenitori di liquido da parte delle autorità.

Spesso, la sigaretta elettronica è ammessa ma con delle limitazioni. In Sud Africa, per esempio, è vietata la libera vendita di e-liquid contenenti nicotina. Anche in Nigeria lo svapo sembra sia legale, ma non in zone pubbliche. L’Uganda, invece, è l’unico Paese africano di cui si può dire con certezza che vieta l’utilizzo di ogni sistema di svapo, in tutte le circostanze.

Comunque, la poca chiarezza della legislazione in molti Stati africani impone particolare prudenza. In casi simili, si raccomanda nuovamente di consultare fonti ufficiali subito prima di intraprendere i propri viaggi.
 

America

In Nord America, lo svapatore in viaggio non avrà particolari problemi e, anzi, potrà talvolta cogliere l’occasione per rifornirsi in loco di prodotti di qualità. Attenzione soltanto alle diverse leggi dei vari Stati USA: ciascuno di essi applica le proprie restrizioni allo svapo negli edifici pubblici, ed è bene informarsi prima di usare la propria e-cig.

La situazione peggiora in America Centrale. A Cuba, patria dei sigari e del tabacco da combustione, lo svapo è teoricamente ammesso ovunque, ma fonti non ufficiali sostengono che ad alcuni viaggiatori siano stati confiscati e-cig e liquidi, pur senza diritti e basi legali. La situazione è incerta anche nella Repubblica Dominicana, dove pare che le autorità contestino non tanto l’uso della e-cig quanto il suo trasporto aereo nel bagaglio a mano (occorre prudenza, quindi, prima di imbarcarsi in aeroporto).

Nelle piccole Antigua e Barbuda, poi, l’importazione di prodotti da svapo è vietata del tutto, senza eccezioni, nemmeno per motivi personali di uso.

Occorre poi particolare cautela se si intende viaggiare sicuri in Messico: in seguito a una norma del 2015, tuttora in vigore nonostante le rimostranze dei supremi organi giudiziari, il Messico vieta la vendita e la promozione di tutti i prodotti che imitino il tabacco, inclusa la e-cig. Il possesso, in teoria, non è proibito: nondimeno, anche in questo caso, pare che vi siano stati alcuni sequestri, il che impone di fare moltissima attenzione.

Ma è l’America Latina che – seconda solo al sud-est asiatico – si dimostra perlopiù nemica del vaping. Al di là di alcune situazioni incerte e tuttora in discussione, per le quali si consiglia di informarsi preventivamente (così in Colombia, Perù e Bolivia), si ricorda che in Argentina e Venezuela vige il totale divieto di svapo.

È bene usare cautela anche in Brasile, dove la vendita della e-cig e degli e-liquid è vietata, così come il loro uso in pubblico; tuttavia, il possesso e l’uso personale sono ammessi in qualsiasi quantità, purché non si dia alle autorità l’impressione di voler pubblicizzare o vendere i propri prodotti (per esempio, meglio evitare di trasportarli nelle loro confezioni originali).
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Oceania

L’Oceania, infine, presenta forti contrasti riguardo allo svapo. Da un lato, infatti, la Nuova Zelanda è tra i Paesi più progressisti al mondo in materia di sigarette elettroniche e ne favorisce l’uso.

D’altra parte l’Australia, lo Stato più grande della regione, impone al vaping delle forti limitazioni. Infatti, non è possibile vendere o utilizzare qualunque liquido che contenga un grado di nicotina; inoltre, in alcune regioni non è nemmeno consentito acquistare qualsiasi prodotto per lo svapo.

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