Come abbinare aromi nella sigaretta elettronica
  1. Perché abbinare aromi nella sigaretta elettronica
  2. Come abbinare aromi nella sigaretta elettronica
  3. Quali aromi abbinare nella sigaretta elettronica
  4. Conclusioni

Perché abbinare aromi nella sigaretta elettronica

Il vaper neofita, in genere, dopo aver acquistato il suo primo kit, prende sempre qualche confezione di liquidi già pronti, per comodità e inesperienza. Molti, non volendo dedicare troppo tempo alla propria e-cig, continuano su questa strada.

Altrettanti però, in vista di un risparmio e soprattutto della possibilità di personalizzare al massimo le proprie svapate, si dedicano alla creazione di liquidi fai da te.

Preparare i propri e-liquid in casa garantisce sia un risparmio economico che sul lungo termine non è indifferente, sia l’opportunità di provare davvero tutte le sfumature degli aromi e dei sapori, fino a trovare quelli che più si adattano al gusto di ciascuno.

Naturalmente, però, non si può improvvisare la creazione dell’e-liquid. Vi sono alcune regole da seguire per preparare da sé i propri liquidi, regole certo non troppo complesse, ma che comunque vanno conosciute, per evitare di trovarsi tra le mani un risultato scadente.

In particolare, tra le “arti” che s’imparano a padroneggiare solo col tempo e con l’esperienza, si può annoverare senza dubbio quella della composizione degli aromi. A qualcuno sicuramente piacerà mettere insieme a caso un po’ di tutto, e godersi la sorpresa; in genere, però, il palato è un arbitro esigente, che richiede un lavoro assennato e ben fatto.

Solo l’esperienza può far diventare lo svapatore un bravo “blender” di gusti e profumi; nondimeno, seguire queste regole di base permetterà di cominciare col piede giusto e senza sprecare nulla.

Come abbinare aromi nella sigaretta elettronica

Scegliere il giusto abbinamento degli aromi è ben più difficile dell’acquisto di una qualsiasi componente dell’e-cig, dal drip tip alle batterie. Si tratta senza dubbio di un’arte, nel senso tecnico del termine: un’operazione artigiana, che esige delle conoscenze di base ben salde, a cui poi l’abilità di ciascuno conferirà quel sovrappiù che rende unico e inimitabile il risultato.

La base di ogni e-liquid

Tra queste conoscenze di base, in primo luogo, rientra la composizione di ogni classico liquido per la sigaretta elettronica. Se si vuol preparare da sé un e-liquid, infatti, non bisogna scordare nessuno di questi componenti:

Tutte queste materie prime hanno le loro proprietà, di cui bisogna tener conto per ottenere un ottimo risultato finale.

Nell’ottica della combinazione di aromi, bisogna conoscere e dosare in modo appropriato ciascuno degli ingredienti contenuto nella base neutra (la cosiddetta “VGP”, composta appunto di glicerina vegetale, glicole propilenico e acqua).

  • Cominciando dal glicole propilenico, bisogna rilevare che esso riveste diverse funzioni. Oltre a veicolare la nicotina, infatti, contribuendo all’effetto del cosiddetto “hit” in gola, serve anche e soprattutto come esaltatore dell’aroma e del gusto. Se si vogliono utilizzare delle basi composte in prevalenza (o soltanto) di glicole propilenico, magari sacrificando la quantità di vapore complessiva prodotta durante la svapata, basterà aggiungere una concentrazione minore di aroma, per ottenere comunque un profumo intenso e un sapore ben avvertibile.
  • La glicerina vegetale, invece, è prediletta dagli amanti della mole del fumo prodotto, dell’effetto scenografico e della densità del proprio liquido. Tuttavia, a differenza del glicole propilenico, non è un buon veicolo per aromi e sapori. Di conseguenza, chi ama divertirsi a fumare facendo cloud chasing ma senza sacrificare il piacere del gusto, dovrà addizionare ai propri composti basati sul glicerolo una quantità più consistente di aroma, per non correre il rischio di ottenere grandi nuvole di vapore che però risultano insapori e poco consistenti sul piano della resa aromatica.
  • L’acqua, infine, costituisce la parte più neutra, in rapporto all’aroma, e non ha un grande influsso su di esso. Il dosaggio dell’acqua va però tenuto comunque sotto controllo, per evitare che una quantità eccessiva di glicole propilenico o di glicerina vegetale possa rendere il liquido troppo denso e, dunque, impedire una adeguata irrorazione del cotone e della resistenza (che può variare a seconda del funzionamento degli atomizzatori). È bene sempre aggiungerne un certo quantitativo in percentuale, dunque, attorno al 5 o 10% (indipendentemente dal resto, aroma incluso), per diluire il liquido.
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Come combinare gli ingredienti

Detto ciò, lo svapatore potrebbe chiedersi qual è, all’atto pratico, il modo migliore di miscelare gli ingredienti e gli aromi, al fine di ottenere dei prodotti dalle buone caratteristiche organolettiche e con una buona resa generale.

La risposta è presto detta: sull’ordine materiale non c’è una regola fissa. Si possono aggiungere prima gli aromi o prima gli ingredienti della base, e ciascuno di questi secondo la successione che si preferisce: la produzione del liquido non ne risentirà.

L’unica cosa importante da tenere sott’occhio è il quantitativo: ogni ingrediente va proporzionato in modo quasi perfetto, e poche gocce possono fare la differenza. Le percentuali di acqua, glicole, glicerina e aromi non vanno mai confuse o approssimate, per evitare di trovarsi con un mix sgradevole o, peggio, difficile da vaporizzare. Per questo, è bene munirsi degli strumenti appositi, soprattutto di un contagocce, per avere il pieno controllo della diluizione.

Quali aromi abbinare nella sigaretta elettronica

Una tematica molto importante riguarda l’abbinamento degli aromi sulla base di caratteri esclusivamente sensoriali, vale a dire gusto e profumo.


La scelta degli aromi in base alle caratteristiche organolettiche

Quanto al gusto, naturalmente, non si può prevedere nulla in anticipo. Non si può certo assaggiare “a crudo” un aroma per capire quale effetto avrà una volta degustato! Occorre, dunque, fidarsi di quanto dichiarato dal produttore (e, magari, acquistare solo boccette di aromi di qualità dei migliori produttori). Il controllo della resa finale, sotto questo punto di vista, si può fare solo al termine della fase di maturazione, ovvero al momento dell’assaggio.

Sul piano dell’aroma in senso stretto, invece, il discorso cambia. Ogni aroma è come un profumo, e chiunque abbia una minima conoscenza di profumi sa che ciascuno di essi presenta delle differenti note olfattive. Queste note, nel lessico tecnico della profumeria tradizionale, si distinguono in tre classi, che vanno a formare la cosiddetta piramide olfattiva:

  • le note di testa, o note capitali, sono le prime a essere percepite, in quanto dipendenti da molecole e particelle odorose particolarmente volatili.
    All’apertura dei flaconi di aroma, si sentono innanzitutto le note di testa; quindi, al momento dell’abbinamento, è bene annusare con attenzione, per percepire anche tutte le altre sfumature che, in fase di svapata, avranno un grande peso. Tipico esempio di aromi con forti note capitali sono quelli fruttati (banana, fragola, mela, frutta esotica eccetera) o quelli dal carattere più fresco (come la menta);
  • dopo le note di testa arrivano le note di cuore, o note centrali. Molto più durature delle prime, queste note possono essere percepite anche per diverse ore, e sono decisive al momento di svapare; infatti, contribuiscono a rendere un aroma morbido o spigoloso.
    Abbinare aromi con note di cuore discordanti, in genere, è una pessima idea, perché l’esito sarà un liquido particolarmente scomposto sul piano olfattivo e, in alcuni casi, anche sgradevole (provare per credere). Le note di cuore più intense sono quelle di sostanze dolci e con sentori di zucchero (che si ritrovano, per esempio, in aromi alla vaniglia, al marshmallow, alla crema o al cioccolato);
  • per ultime vengono percepite le note di fondo, più forti e aromatiche. Sono quelle che, in genere, lasciano “nel naso” la loro sensazione anche molto tempo dopo la fine della svapata.
    Come per il sapore, allora, anche le note di fondo possono essere giudicate al meglio solo dopo aver provato il liquido finale. Tra gli aromi con note di fondo importanti ci sono, naturalmente, quelli al tabacco o al caffè, o in generale quelli meno votati alla dolcezza.

La maturazione

Sempre nell’ottica di un buon abbinamento degli aromi, poi, non va dimenticata l’importantissima fase della miscelazione e della maturazione (o omogeneizzazione, che dir si voglia).

Infatti, ogni aroma è assolutamente a sé sotto ogni punto di vista. Ogni minima particolarità della miscela può determinare differenze nei tempi di maturazione, nella facilità di mescolamento, negli effetti sulla resa complessiva e via discorrendo.

Pertanto, quando si prepara il proprio liquido e si abbinano gli aromi, è importante non mettere insieme degli aromi che abbiano un diverso tempo di maturazione, proprio per evitare confusione sul tempo che il nostro liquido deve trascorrere a riposo. Alcuni aromi necessitano solo di qualche giorno per amalgamarsi al meglio, mentre altri richiedono tempi più lunghi, anche diverse settimane. Per questo, c’è bisogno di cautela al momento dell’abbinamento, e di pazienza nella successiva fase di maturazione.

Conclusioni

Da questa breve analisi, lo svapatore può trarre alcuni utili consigli per iniziare a preparare i propri liquidi abbinando al meglio gli aromi, sulla base del gusto, del profumo, della densità e della maturazione.

L’e-liquid che risulta da ogni preparazione casalinga, alla fine, è sempre a sé: ogni minima variazione produce effetti diversi sulla resa complessiva. Esistono, però, alcune ricette: esse costituiscono senza dubbio un buon punto di partenza e, se vogliamo, un buon esercizio, per il vaper che ha intenzione di iniziare a combinare gli aromi.

Un’ultima raccomandazione: in questo come in tanti altri campi simili, il gusto e l’esperienza personali hanno sempre l’ultima parola. È bene avere sempre un pizzico di diffidenza verso chiunque pretenda di fornire “leggi assolute” sullo svapo e, in particolare, sugli abbinamenti. Le uniche guide restano sempre i propri sensi!

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