Cos'è il dripping svapo?
  1. Come si fa il dripping
  2. Il cloud chasing
  3. Cos'è il dripping
  4. Cosa serve per il dripping
  5. Conclusioni

Come si fa il dripping

La tecnica del dripping è sempre più diffusa tra gli amanti dello svapo. Il dripping non è una pratica tra le più semplici; occorre essere svapatori più esperti – e, soprattutto, avere più tempo a disposizione – rispetto al semplice svapo “tradizionale” che tutti conosciamo.

Tuttavia, anche il dripping può essere spiegato in poche parole: qui di seguito vi forniremo tutto l’aiuto necessario per comprenderlo al meglio.

Per capire cos’è il dripping, occorre in primo luogo conoscere il dripper. Detto anche RDA (Rebuildable Dripping Atomizer, ossia “atomizzatore rigenerabile da dripping”), il dripper è uno dei tipi peculiari di sigaretta elettronica.

Vi rimandiamo al nostro shop per “esplorare” fin d’ora l’ampia gamma di RDA tra cui è possibile scegliere; ne esiste una quantità davvero notevole, offerta da moltissimi produttori. Eccone un assaggio: 
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Gli atomizzatori rigenerabili da dripping si caratterizzano per un drip tip (il bocchino da cui si aspira) molto vicino al filo resistivo, e per l’assenza di tank, ossia il classico serbatoio che contiene il liquido scelto. Al suo posto, c’è solo una campana di vetro che contiene appunto la resistenza.

Per svapare con il dripper, allora, non si può ricaricare il serbatoio una sola volta, ma occorre versare alcune gocce di e-liquid sulla resistenza, la cui temperatura le farà evaporare come in ogni altra e-cig. Il nome dripping, ossia “sgocciolamento”, deriva proprio da ciò.

La forma e la tecnologia del dripper fanno sì che la sua camera del vapore abbia dimensioni assai contenute: il liquido viene vaporizzato proprio in prossimità della bocca. Da ciò deriva, quindi, una notevole concentrazione del vapore in uno spazio molto ridotto, nonché un vapore più ricco di nicotina.

Il cloud chasing

Il dripping può essere, innanzitutto, una forma di cloud chasing.

Il cloud chasing (letteralmente, “andare a caccia di nuvole”) è la tecnica che permette di “fumare” creando nuvole di vapore di dimensioni notevoli. Sotto questo punto di vista, si tratta di un’attività con funzioni meramente estetiche.

Nato negli Stati Uniti in anni recenti, attorno al 2015, il cloud chasing si è diffuso in fretta a livello globale. Questa pratica attira lo svapatore prevalentemente per il suo forte effetto scenografico: per alcuni, può essere un gioco divertente in un momento con gli amici, mentre per altri è divenuta addirittura una forma di competizione. Periodicamente, infatti, si tengono delle vere e proprie gare di cloud chasing, in cui i concorrenti mettono alla prova la loro abilità emettendo nuvole di vapore lunghe anche due metri, o modellate in forme spettacolari.

E il dripping, per l’appunto, si lega a filo doppio al cloud chasing: per produrre delle nuvole “da competizione” è indispensabile svapare in dripping. La forte concentrazione del vapore all’interno della piccola campana del dripper dà la possibilità di creare delle nuvole di una mole imparagonabile a quella prodotta da un atomizzatore classico.

Cos’è il dripping

Abbiamo capito come funziona il dripping dal lato tecnico, e ne abbiamo visto l’implicazione più “estetica” del cloud chasing. Ma non abbiamo ancora risposto alla domanda fondamentale: che cos’è il dripping?

Ovvero: perché uno svapatore dovrebbe provarlo?

Il dripping, come abbiamo già accennato, è la pratica di svapare con un dripper, o RDA.

Oltre a permettere il cloud chasing, la tendenza del dripping si è sparsa ovunque a macchia d’olio perché dà ai vaper la possibilità di gustare con maggiore intensità il sapore e il profumo del proprio e-liquid. Il dripping è insomma una modalità imprescindibile per chi vuole trarre il massimo dallo svapo, per chi ama il piacere di un gusto deciso e l’inconfondibile resa aromatica dei suoi liquidi preferiti.

I vantaggi di utilizzare un dripper, allora, sono molteplici:

  • permette di assaporare al massimo tutte le note dell’e-liquid, del suo aroma e dei suoi additivi in puff molto concentrati;
  • dà la possibilità di divertirsi col “fumo” del cloud chasing;
  • richiede una e-cig fatta di pochissime componenti (in sostanza, solo drip tip, atomizzatore e batterie), il che significa che la manutenzione richiesta è scarsa e decisamente rapida rispetto ad altre sigarette con serbatoio, e richiede una minor quantità di ricambi;
  • l’assenza di serbatoio, e il fatto conseguente di dover ricaricare dopo poche boccate, cela il grande vantaggio di poter cambiare sapore con molta rapidità, garantendo così il massimo controllo sulla propria svapata;
  • il dripping gode, infine, di una grande versatilità: di RDA ne esistono infinite varietà, atte ad accontentare ogni esigenza di dimensione, materiale del drip tip, apertura del tiro, areazione e via dicendo.

Nondimeno, non è tutto oro quel che luccica. Non vanno dimenticati, infatti, anche i relativi svantaggi del dripping, che sono essenzialmente due:

  • non avendo un tank, il dripper va ricaricato ogni quattro o cinque tiri, a seconda del modello;
  • la necessità di una frequente ricarica rende necessario tenere sempre con sé, oltre all’RDA stesso, anche una boccetta di liquido.

Da quest’elenco di pro e contro si possono dedurre alcune semplici conseguenze.

Il dripping non è una pratica per tutti: non si adatta a chi non è molto pratico dello svapo e delle sue meccaniche, o a chi usa il proprio dispositivo in fretta, più per l’appagamento della gestualità che per godersi dei ricchi aromi concentrati.

Inoltre, si può svapare in dripping solo in uno spazio di relativa comodità, che permetta di riempire l’RDA in tranquillità ed evitare danni, e assaporare al meglio tutto il gusto che il dripping sprigiona: meglio farlo, quindi, tra le mura domestiche, o al tavolino di un bar. Uscire di casa con e-cig e caricabatterie USB è un conto, ma farlo con dripper, accessori e uno o più flaconi di ricambio è un altro!

Dal dripping, insomma, trarrà maggior beneficio lo svapatore appassionato, che alla propria e-cig richiede un’esperienza sensoriale unica e magari – perché no – dei begli effetti scenici.

Cosa serve per il dripping

Chi vuole provare il dripping, allora, dovrà tener pronti tutti i ferri del mestiere, per così dire.

Chi cerca un atomizzatore per dripping ha letteralmente l’imbarazzo della scelta, potendo optare per moltissime varietà di prodotti: quelli che richiedono più esperienza o quelli pratici come dei box mod meccanici, quelli con una batteria più duratura, quelli più passibili di personalizzazione, quelli con un drip tip in acciaio o in materiali plastici o altre sostanze, e via discorrendo.

L’atomizzatore da dripping più classico, come abbiamo detto, è della tipologia RDA, con tutti i pro e i contro che essa comporta. Acquistare un RDA permette di godere dell’esperienza più tipica del dripping, con tutta la gestualità e – se vogliamo – la ritualità che caratterizza questo modo di svapare.

Chi al tiro di polmone preferisce il tiro di guancia, poi, può provare un RDA mtl (“mouth to lung”, per l’appunto). L’esperienza non è la medesima di un RDA classico, ma si tratta di un buon adattamento all’abitudine dello svapatore che non ama aspirare direttamente di gola. L’unica mancanza di questo tipo di atomizzatore è, naturalmente, la ridotta possibilità di darsi al cloud chasing più spinto.

Se, inoltre, la normale ricarica per sgocciolamento proprio non fa per voi, sappiate che esistono persino i dripper bf (cioè “bottom feeder”). Anche in questo caso, si tratta di una variazione sul tema rispetto al comune RDA, che comunque non snatura la pratica del dripping.

Ma la rielaborazione più comoda dell’RDA è senza dubbio il cosiddetto RTA, “Rebuildable Atomizer Tank”, una variazione sul tema degli atomizzatori da rigenerare. L’RTA è dotato di un serbatoio per contenere il liquido, che raggiunge le coil grazie ai fili del cotone. Questo, come altri sistemi ibridi, garantisce il meglio del dripping e dello svapo standard: del dripper conserva quasi tutti i caratteri principali, ma vi unisce il vantaggio del tank. In parole povere, non è necessario ricaricare l’RTA ogni quattro o cinque puff.

Infine, un gradino superiore all’RTA è costituito dall’RDTA, “Rebuildable Dripping Tank Atomizer”. Come suggerisce il nome, rispetto all’RTA questo genere di atomizzatori ha la singolare caratteristica di produrre uno sgocciolamento automatico dell’e-liquid sulle resistenze, a partire da un serbatoio in cui il liquido è contenuto. Si viene a perdere, insomma, il “rito” dello sgocciolamento vero e proprio, ma si guadagna un’incredibile comodità, che rende l’RDTA paragonabile al vaping classico sotto questo punto di vista.

Conclusioni

Dopo questa breve guida, lo svapatore può considerarsi pronto a entrare nel mondo del dripping.

Si può iniziare con un qualsiasi modello e una qualsiasi tipologia di atomizzatore da dripping. Vi basterà fare un giro nel nostro shop per trovare l’atomizzatore rigenerabile di qualità su misura per voi: dagli RDA tradizionali agli RTA o RDTA, passando per gli RDA bf e agli RDA mtl.

Con l’esperienza, poi, inizierete a conoscere senza troppi problemi anche i vari vape kit completi, gli strumenti e gli accessori per la rigenerazione, gli adattatori e via dicendo – nonché lo stile di svapo che più fa per voi.

L’importante è comprendere come iniziare a calarsi all’interno di questo lato peculiare dello svapo, fatto di un’esperienza più calma, rilassata e ricca di sensazioni.

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